13 marzo 2010

Come i media influenzano i nostri pensieri



Oggi siamo davvero nel pieno di quella che viene definita "era mediatica": siamo continuamente assaliti da messaggi informativi e pubblicitari, nelle più svariate forme e delle più svariate provenienze. Possiamo considerarci liberi da tutto questo? Credo proprio di no, pertanto credo sia bene rifletterci di tanto in tanto.
Quante persone sentiamo dire "tutto va male, il mondo va a rotoli!", oppure "la politica è uno schifo, sono tutti dei cialtroni, ladri e corrotti!", o ancora chissà quali altre affermazioni negative sulla Chiesa, sulla società, sulla scuola, ecc.? Eppure credo che ognuno di noi abbia qualche esperienza positiva, seppur piccola e incostante, riguardo a questi aspetti: chi non ha conosciuto o sentito parlare di un bravo politico che si dà da fare con onestà, oppure di un'associazione di volontariato che aiuta tante persone, oppure di un bravo prete che tutti ammirano? Con questo non voglio certo dire che tutto va bene, o che dobbiamo accontentarci di quel poco di buono che abbiamo. La mia riflessione si vuole concentrare su quanto questi pensieri negativi, che ci fanno stare male, che non possono portare ad altro che a sfiducia e sconforto, sono condizionati dai messaggi mediatici che riceviamo.
Se ascoltiamo un radiogiornale (non so quanti di voi lo facciano...), se leggiamo un giornale (...), se guardiamo un telegiornale (non so quanti di voi non lo facciano...) gran parte delle notizie sono concentrate su "eventi negativi" (soprattutto per quanto riguarda certe testate). Allora non dovreste meravigliarvi se siete un po' sfiduciati e vi sembra che tutto vada male! Perché non provare a staccarsi un po' da tutto questo fracasso e concentrarci sulla nostra vita, su noi stessi e sulle cose belle che ci capitano? Inoltre: quante cose belle e positive succedono, di quanti aspetti della vita e del mondo possiamo occuparci di cui i media non ci parlano?
Cade a pennello la dichiarazione dell'Alto Commissario ONU in visita in Italia il 10-11 marzo 2010: "Sono rimasta particolarmente colpita nel venire a conoscenza di un sondaggio relativo a 5684 servizi televisivi [italiani, ndr] riguardanti l’immigrazione. Solo 26 di questi non mettevano l’immigrazione in relazione con un evento criminale specifico o con problematiche di sicurezza. Si tratta di un dato statistico alquanto sbalorditivo." (da: italianallestero.blogspot.com).
Sinceramente mi sento molto in difficoltà a comunicare con certe persone che formano la propria "cultura" praticamente solo attraverso la televisione: si può parlare solo di notizie dei tg (in genere le più brutte), di sport (essenzialmente di calcio), di telefilm (so che vanno di moda quelli con i dottori e quelli un po' "fantomagici"), di meteorologia spicciola, di personaggi comici, di attori e di spot pubblicitari. Se non esistesse la tv non avremmo più nulla di cui parlare??? Non credo proprio, potremmo sempre discutere e parlare di ciò che ci piace o non ci piace, su ciò che crediamo giusto o sbagliato, su quello che ci è successo o che avremmo voluto succedesse, sui nostri desideri e sulle nostre aspettative, sui nostri sentimenti e sulle nostre difficoltà.

Oggi non ho letto nessun giornale, non ho sentito nessuna radio, non ho visto nessun canale tv; qui c'è il sole e io mi sento sereno. La mia vita è bella. Spero che lo sia anche la vostra!

PS: Non fraintendetemi, vi prego: è importante anche conoscere come vanno le cose nel resto del pianeta, come va la politica, come va la società... Ma quale immagine riceviamo da uno specchio distorto? Occorre imparare a filtrare, criticare, rielaborare, confrontare ciò che ci viene proposto, perché non ne restiamo schiacciati e perché non siano pochi a condizionare e a formare il pensiero di molti. Inoltre non lasciamo che i media assorbano completamente i nostri pensieri: non ne rimarrà nulla per noi stessi!

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