08 marzo 2007

La festa della donna

Kobra Rahmanpour

Non faccio grandi cose per la festa della donna, se non raccogliere qualche fiore per mia moglie o fare qualche augurio, però ogni anno sento l'invito a riflettere sulla condizione femminile.
Credo che questa festa abbia un senso finché non saranno le donne stesse a dirci che non la vogliono più. E' nata a causa della disuguaglianza di cui sono vittime, finchè non sarà superata non dimentichiamocene.
E' vero, l'emancipazione femminile si sta facendo sentire, ma ancora siamo lontani da quel senso di giustizia "integrale" che è dato dall'uguaglianza, che a volte sembra solo un utopico punto d'arrivo infinitamente lontano.
Ci sono casi talmente eclatanti di ingiustizia, disuguaglianza e violenza sulle donne che è inutile ricordarli. Propongo, però, di firmare l'appello (vedi link in fondo alla pagina) che sta facendo Zapping, la trasmissione radiofonica di RadioUno condotta da Aldo Forbice, per salvare dall'impiccagione Kobra Rahmanpour, una giovane donna iraniana (nella foto).
Vorrei ricordare, invece, qualcosa di molto più vicino e meschino, che riguarda tutte le donne, o quasi: è la nostra cultura sociale italiana. Solo le donne possono rendersene conto, sono loro ad avermelo raccontato, soprattutto quelle che vengono dalle zone rurali.
Siamo inconsapevolmente immersi in una cultura maschilista in cui l'uomo vuole decidere sulla donna, in cui le figlie vengono ancora "tirate su" con lo spirito di sacrificio, di servizio, di sottomissione. Con questo presupposto una ragazza non può che crescere nell'insicurezza e con poca considerazione di sè. Facilmente sgridate e riprese al minimo sbaglio le donne imparano ad allontanarsi dagli incarichi di responsabilità, a chiudersi nel loro piccolo e a tenersi dentro tante paure e insicurezze.
Ovviamente non è sempre così e qualcosa sta cambiando, ma lentamente. Sono davvero tante, forse la maggior parte, le donne oggi adulte cresciute così.
Questo avviene in Italia come in tanti altri paesi del mondo.

Vorrei allora che tutti gli uomini cominciassero a riconsiderare le battutine e i detti sulle donne e sulle mogli che s'insinuano nei loro discorsi: non fanno altro che alimentare tutto questo, come un soffio sotto la cenere che dà la possibilità alla brace di continuare a bruciare. Rivalutiamo l'amore coniugale, la vita di famiglia, il rapporto che abbiamo in generale con l'universo femminile.

Donne: siate voi le prime ad impegnarvi per una società più giusta, senza eccessi vendicativi, ma riproponendo il vostro ruolo nella società, attraverso le peculiarità e i doni che avete ricevuto. La maternità è un grande dono che deve essere rispettato e mai snaturato, vi invito a riflettere e a prendere posizione su grandi temi come la vita e la bioetica.

Il mio augurio è che tutto questo si possa realizzare al più presto! AUGURI!

Per firmare l'appello di Zapping:
http://www.radio.rai.it/radio1/zapping/