02 novembre 2007

Don Oreste è tornato al Padre




Don Oreste Benzi, presidente e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, questa notte è tornato al Padre. Il suo grande cuore ha cessato di battere attorno alle 2.20, ma il ricordo e l' esempio che ha lasciato resteranno in tutti coloro che lo hanno incontrato.

Ho avuto il privilegio di conoscerlo, di parlargli e di fargli delle domande che mi stavano a cuore (vedi questo post). Ho seguito il suo pellegrinaggio a Lourdes un anno fa, insieme alla sua comunità, realizzando un documentario in cui i suoi insegnamenti guidano le varie tappe del viaggio. In quell'occasione ho avuto l'opportunità di intervistarlo e di conoscere da vicino la sua profonda spiritualità, ma anche l'umanità, la scienza.


Mi piace ricordarlo col suo bel sorriso, un grande uomo, un grande insegnante di vita e di fede, una figura di riferimento, vorrei dire... un santo!
Un membro della sua comunità, in un'intervista radio di questa mattina , ha affermato: "don Oreste è stato un martire: era malato, ma non si è mai fermato un attimo, ha speso la sua vita per gli ultimi. Lascia una grossa responsabilità a tutti coloro che lo hanno conosciuto: continuare la sua opera."


Vi invito a leggere il suo commento alla prima lettura di oggi (Libro di Giobbe 19,1,23-27). Parla in prima persona, è la prima volta che parla della sua morte, non lo aveva mai fatto. Lo trovate sul libretto "Il Pane Quotidiano", dove pubblicava i suoi commenti alla Parola di Dio.

Ha scritto queste parole almeno due mesi fa:
"Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto.
In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all'infinito di Dio.
[...]
La morte è il momento dell'abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni uomo, nel cuore di ogni creatura.
La morte non è altro che lo sbocciare per sempre della mia identità, del mio essere con Dio."

Un bel post su don Oreste dal blog
JUSTINDIPENDENT

17 agosto 2007

LA STRADA DI OANA SU ARCOIRIS.TV



Il documentario
"La strada di Oana" è stato selezionato per il Collecchio Film Festival 2007, ed è disponibile ora su arcoiris.tv, quindi scaricabile gratuitamente, nella versione da 30 minuti. Stiamo lavorando alla produzione del DVD, ma non ci sono ancora pervenute le autorizzazioni necessarie, per cui mi scuso per il ritardo con tutti coloro che mi hanno chiesto di fornirglielo sperando di poterlo fare presto.

04 maggio 2007

LA STRADA DI OANA


LA STRADA DI OANA
Documentario

Presentato da Pupi e Antonio Avati
Prodotto da: DUEA FILM/SAT 2000/Audiovisivi APG23
Scritto e diretto da: Kristian Gianfreda
Fotografia e montaggio: Pier Luigi Masini
Assistente di produzione: Roberta Bianchi
Organizzazione generale: Giampiero Cofano

IN ONDA SU RAIDUE - TG2 DOSSIER
DOMENICA 6 MAGGIO 2007 ORE 18.05

SINOSSI
Oana è una ragazza rumena, la sua storia è simile a quella di tante altre giovani donne dell’Est Europa: adescata da trafficanti di esseri umani con false promesse viene obbligata a prostituirsi. Ha solo 16 anni. Questo terribile incubo dura alcuni mesi, tra la Romania e l’Italia, sfruttata da papponi senza scrupoli, in mano a clienti senza coscienza, svuotata della sua dignità, privata della libertà.

Finalmente una notte la polizia di Rimini la aiuta, la invita a denunciare gli sfruttatori, che poi vengono arrestati, e viene inserita in una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, dove trova un ambiente familiare ideale che la ospita e le da la possibilità di sentirsi nuovamente accolta.

Oggi Oana ha 20 anni, ha voglia di gridare al mondo che le apparenze non sono realtà, che lei è una ragazza normale, che lavora, che ha voglia di costruirsi una vita e ha deciso di raccontare la sua storia in un documentario dal titolo “La strada di Oana”, presentato da Pupi e Antonio Avati, prodotto da DueaFilm/SAT2000/Audiovisivi APG23 per la cui realizzazione ho curato fotografia e montaggio.

"La strada di Oana" ripercorre le tappe di questa triste avventura, tra Italia e Romania, con contributi di vittime della tratta di esseri umani e persone che lavorano per la loro liberazione.

Il documentario dura 52’ ed è andato in onda su SAT2000 all’interno del programma “A Est di dove?” il 28/02/07.

Finalmente abbiamo avuto conferma che andrà in onda domenica prossima (6 maggio) alle 18.05 su RAIDUE all'interno di TG2 Dossier. Il master sta viaggiando in questo momento, speriamo che vada tutto bene.
ASPETTO NUMEROSI I VOSTRI COMMENTI!

08 marzo 2007

La festa della donna

Kobra Rahmanpour

Non faccio grandi cose per la festa della donna, se non raccogliere qualche fiore per mia moglie o fare qualche augurio, però ogni anno sento l'invito a riflettere sulla condizione femminile.
Credo che questa festa abbia un senso finché non saranno le donne stesse a dirci che non la vogliono più. E' nata a causa della disuguaglianza di cui sono vittime, finchè non sarà superata non dimentichiamocene.
E' vero, l'emancipazione femminile si sta facendo sentire, ma ancora siamo lontani da quel senso di giustizia "integrale" che è dato dall'uguaglianza, che a volte sembra solo un utopico punto d'arrivo infinitamente lontano.
Ci sono casi talmente eclatanti di ingiustizia, disuguaglianza e violenza sulle donne che è inutile ricordarli. Propongo, però, di firmare l'appello (vedi link in fondo alla pagina) che sta facendo Zapping, la trasmissione radiofonica di RadioUno condotta da Aldo Forbice, per salvare dall'impiccagione Kobra Rahmanpour, una giovane donna iraniana (nella foto).
Vorrei ricordare, invece, qualcosa di molto più vicino e meschino, che riguarda tutte le donne, o quasi: è la nostra cultura sociale italiana. Solo le donne possono rendersene conto, sono loro ad avermelo raccontato, soprattutto quelle che vengono dalle zone rurali.
Siamo inconsapevolmente immersi in una cultura maschilista in cui l'uomo vuole decidere sulla donna, in cui le figlie vengono ancora "tirate su" con lo spirito di sacrificio, di servizio, di sottomissione. Con questo presupposto una ragazza non può che crescere nell'insicurezza e con poca considerazione di sè. Facilmente sgridate e riprese al minimo sbaglio le donne imparano ad allontanarsi dagli incarichi di responsabilità, a chiudersi nel loro piccolo e a tenersi dentro tante paure e insicurezze.
Ovviamente non è sempre così e qualcosa sta cambiando, ma lentamente. Sono davvero tante, forse la maggior parte, le donne oggi adulte cresciute così.
Questo avviene in Italia come in tanti altri paesi del mondo.

Vorrei allora che tutti gli uomini cominciassero a riconsiderare le battutine e i detti sulle donne e sulle mogli che s'insinuano nei loro discorsi: non fanno altro che alimentare tutto questo, come un soffio sotto la cenere che dà la possibilità alla brace di continuare a bruciare. Rivalutiamo l'amore coniugale, la vita di famiglia, il rapporto che abbiamo in generale con l'universo femminile.

Donne: siate voi le prime ad impegnarvi per una società più giusta, senza eccessi vendicativi, ma riproponendo il vostro ruolo nella società, attraverso le peculiarità e i doni che avete ricevuto. La maternità è un grande dono che deve essere rispettato e mai snaturato, vi invito a riflettere e a prendere posizione su grandi temi come la vita e la bioetica.

Il mio augurio è che tutto questo si possa realizzare al più presto! AUGURI!

Per firmare l'appello di Zapping:
http://www.radio.rai.it/radio1/zapping/