26 ottobre 2006

Obiettivo: DECRESCITA - 1


Riporto la prima parte di un articolo che ho scritto qualche tempo fa per il giornale "La natura e la città" (Macro Edizioni).


L’attuale sistema economico non è più in grado di migliorare la qualità della nostra vita. Anzi, la sta portando ad un peggioramento. Questa è la tesi che l’economista Mauro Bonaiuti, docente di economia presso le università di Modena e Bologna, espone nel libro “Obiettivo decrescita”, una raccolta di saggi contenente vari interventi di esperti del settore.

La ricerca del benessere è, o dovrebbe essere, alla base della società, del nostro lavorare, del nostro continuo darci da fare per accrescere i nostri guadagni, le nostre imprese, il nostro Paese, ma secondo Bonaiuti non siamo nella direzione giusta. Stress, mancanza di serenità, ansia, depressione sono sempre più le parole chiave del nostro vivere quotidiano. Il mondo è frenetico, la società sempre più basata sulla competitività: siamo continuamente provocati a consumare di più e bombardati da indici economico-finanziari incomprensibili alla maggior parte di noi. Il divario tra i più ricchi e i più poveri è in drammatico aumento, mentre la capacità della Terra di sostenere la produzione industriale e di assorbile i rifiuti ha raggiunto la soglia critica. Se questa è la realtà, allora è necessario cambiare, invertire la rotta. E questo partendo da noi stessi, dal nostro stile di vita, ma soprattutto dalla consapevolezza delle conseguenze dell’attuale sistema economico.

IL PIL

“Nonostante la crescita del Prodotto Interno Lordo, dei consumi e dei redditi degli ultimi decenni – scrive Bonaiuti - il benessere sociale, anche all’interno delle nostre società ‘ricche’, si va progressivamente riducendo”. Il Pil infatti indica il valore dei beni e dei servizi finali prodotti in una data economia in un anno. Un incremento di questo indice viene interpretato dall’ “economia ortodossa” come aumento del benessere o utilità del consumatore. Offre un’altra interpretazione in merito il saggio di Serge Latouche contenuto nel libro di Bonaiuti. L’aumento di Pil genera maggior potere d’acquisto, ma l’esperto ci invita a non dimenticare “di calcolare una serie di costi aggiuntivi […] legati al degrado, non sempre quantificabile, ma evidente, della qualità della vita (aria, acqua, ambiente): spese di ‘compensazione’ e di riparazione (farmaci, trasporti, intrattenimento) imposte dalla vita moderna, o determinate dall’aumento dei prezzi di generi divenuti rari (l’acqua in bottiglie, l’energia, il verde) […]”. Insomma è un arricchimento apparente.

IL GPU

Al fine di restituire un’immagine più aderente alla realtà, è stato inventato un indice chiamato GPI, Genuine Progress Indicator ovvero Indice di progresso autentico, che tiene conto di tutto questo e cerca quindi di quantificare in modo più veritiero il nostro benessere. L’aspetto interessante che Latouche sottolinea è che: “A partire dal 1970, negli USA, il GPI è stagnante o addirittura in regresso, mentre il PIL continua a registrare aumenti”. In Europa sta avvenendo lo stesso.

Continua...

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